mercoledì 22 dicembre 2010

Farewell to Perth and the U2 concert

Tutto pronto, o quasi. Nel senso che la mia valigia è fatta, e quella di Pablo no. Tutto nella norma, quindi. Domani mattina si parte e stasera, preparativi permettendo, vogliamo salutare Perth come si deve. Un giro in macchina panoramico lungo il fiume, o l’ultimo tramonto sulla spiaggia, una cenetta alla steakhouse e una partita a ping pong con gli amici.
Gli ultimi giorni sono stati un po’ stressanti. Ormai anche solo sentire la parola “trasloco” mi fa venire l’orticaria. Ho fatto il conto delle case cambiate negli ultimi anni, e sono 6, senza contare l’Erasmus. Quindi ancora una volta è arrivato il momento di sbarazzarsi delle cose superflue, fare i pacchetti da mandare in Europa (per fortuna avevamo solo poche cose), svuotare il frigo, pulire casa, pagare le bollette… E ancora una volta domani ci chiuderemo la porta dietro le spalle, senza sapere cosa ci aspetta al ritorno in Europa. Ma nel frattempo ci godremo il nostro sospirato (e meritato) viaggio di nozze. Ci aspettano ben 25 giorni in giro per l’Australia, con un itinerario da favola: Ayers Rock, Melbourne, Great Ocean Road, Brisbane, Fraser Island, Whitsunday Islands, la Grande Barriera Corallina e, per finire, Sydney. Salvo l’anno in cui ci siamo conosciuti, non abbiamo mai fatto un viaggio così lungo e siamo veramente entusiasti!
Dal momento che dobbiamo portarci dietro i pc, ho pensato che potrei aggiornare il blog strada facendo, ma non credo che sarò constante. Si vedrà. Intanto, ecco un breve resoconto degli ultimi avvenimenti degni di nota.
U2
Domenica sera siamo andati al concerto degli U2 al Subiaco Oval, lo stadio a poche centinaia di metri da casa nostra. Non sono stata a molti concerti in vita mia, ma devo dire che questo è stato davvero speciale. Innanzitutto perché era un regalo da parte di Pablo. Aveva comprato i biglietti quando ero ancora a Londra, ed eravamo in fervida attesa già da diversi mesi. Ma soprattutto perché gli U2 sono da trenta anni al vertice della musica mondiale e non avrei mai pensato di riuscire ad andare a un loro concerto. L’allestimento era spettacolare: una specie di gigantesca astronave, con al centro un palcoscenico circolare e quattro passerelle che si tuffavano in mezzo al pubblico. Fra tutte le canzoni meravigliose che hanno suonato, quella che mi ha emozionato di più è stata Miss Sarajevo. Forse perché ho letto da poco “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini, che si svolge proprio a Sarajevo durante la guerra. Forse perché gli U2 la cantarono per la prima volta in Italia con Pavarotti ed è uno dei tanti simboli dell’impegno sociale, politico e umanitario di Bono & Co.
 Insomma, eccola qua.




ProfessioNAILS
Una nota frivola di queste due ultime due settimane di trasloco e preparazione al viaggio. La settimana scorsa, dopo averci rimuginato fin troppo, ho finalmente deciso di approfittare di un’offerta speciale per il periodo natalizio di una boutique del mio quartiere. Ed eccomi sprofondata in una poltrona ergonomica dotata di bacinella per i piedi e idromassaggio: la mia prima pedicure! Il negozio, lo dice il nome, é specializzato esclusivamente in manicure e pedicure, e l’offerta comprendeva il servizio completo a un prezzo più che ragionevole. L’arredamento del negozio prevedeva una serie di poltrone attrezzate per la cura dei piedi, diversi tavolini con tutto il necessario per le mani e un tavolo stretto e lungo con luci calde per favorire l’asciugatura dello smalto. Un ambiente accogliente, pulitissimo e ordinato, con musica rilassante di sottofondo. L’unica nota stonata: mentre mi godevo beata l’idromassaggio ai piedi pensando di essere una star hollywoodiana, mi è caduto l’occhio su uno dei due televisori a schermo piatto appesi alla parete di fronte a me. Ora, bisogna sapere che gli australiani sono fissati con le fiction poliziesche e, ad ogni ora del giorno e della notte, è difficile scappare da CSI Miami, CSI Los Angeles e compagnia  bella. Appunto, proprio mentre le mani esperte di una ragazza massaggiavano ed esfoliavano i miei piedini, una serie di conflitti a fuoco, macchine incendiate, cadaveri e macchie di sangue passavano alla televisione che, per fortuna, almeno era senza volume. Comunque questo aspetto non ha rovinato la mia esperienza e alla fine sono uscita soddisfatta, con piedi e mani tirati a lucido. Pronta per l’estate australiana.

venerdì 10 dicembre 2010

Beautiful Rottnest

Sabato scorso siamo partiti con le nostre fedelissime bici alla scoperta di Rottnest Island, o semplicemente Rotto, come la chiamano i locali. L’isola è facilmente raggiungibile in barca dal centro di Perth. Il traghetto percorre il fiume Swan fino a Freemantle, navigando poi in mare aperto per18 km, prima di approdare al minuscolo porto isolano.

L’esploratore olandese che scoprì l’isola alla fine del Seicento la chiamò Rottnest (in inglese “rats’ nest”, letteralmente “tana di ratti") per la presenza di innumerevoli animaletti che, ai suoi occhi, apparivano come strani ratti. In realtà si trattava di Quokka, piccoli marsupiali che hanno più o meno le dimensioni di un gatto, il musino e i piedi di un piccolo canguro e, purtroppo, la coda schifosa di un ratto.



Anche se sono degli animali notturni, i Quokka di Rottnest sono ormai abituati alla presenza umana e, girovagando per l'isola, non è difficile avvistarne piccoli gruppi. Non hanno paura dell’uomo e si lasciano avvicinare volentieri, forse speranzosi di ricevere qualche cosa da mangiare. 

Ma cosa ci siamo venuti a fare sull'isola dei ratti? Si dà il caso che Rottnest vanti alcune fra le migliori spiagge dell'Australia Occidentale, quindi non potevamo perdercela per niente al mondo. La gita, poi, è  resa ancora più piacevole dal divieto di circolazione per le automobili: tutti si spostano in bicicletta, o con un minibus pubblico che fa il giro dell'isola.


Nonostante le sue esigue dimensioni (11km di lunghezza e 4.5km di larghezza), l'isola conta più di 80 spiagge… e che spiagge! Ancora una volta siamo rimasti stupiti dal contrasto fra la sabbia bianchissima e l'acqua turchese, ma anche dalle formazioni rocciose e dalla vegetazione. 


Le nostre preferite, elette all'unanimità, sono state Little Salmon Bay e Salmon Bay.





Manco a dirlo, i due protagonisti sprizzavano gioia da tutti i pori...!






mercoledì 8 dicembre 2010

Dreaming of a white Christmas

Il tempo vola, la partenza è alle porte, così come il Natale!

Il viaggio di nozze è finalmente pronto. Oggi ho fatto le ultime prenotazioni e si può cominciare a fare il conto alla rovescia: -15.

Mi sono accorta che ci sono ancora tanti racconti, aneddoti e dettagli che vorrei condividere sul blog. So che non ci sarà tempo per tutto, ma meglio così, altrimenti cosa ci sarebbe da raccontare al ritorno?

Intanto, il Natale è alle porte e le strade di Perth sono addobbate a festa. È davvero strano vedere gli alberi di Natale (un abete a 30º!?!) stagliarsi contro il cielo estivo e la gente camminare fra le vetrine addobbate in ciabatte e pantaloncini corti. 




Ieri sono andata a fare una passeggiata guidata al giardino botanico di Perth e, fra le tante cose, ho imparato che in realtà l’Australia Occidentale ha un albero di Natale tutto suo: il Western Australia Christmas Tree, ovvero l’albero dai fiori arancioni che avevamo notato lungo le strade durante la gita al deserto dei pinnacoli.  Tra l'altro è pure un parassita!


Nelle case, però, la gente ha il tradizionale abete, naturalmente di plastica, e questo albero si chiama così solo perché fiorisce nel periodo natalizio.  

È buffo pensare che tutte queste cose che per noi sono così curiose, per gli australiani sono perfettamente normali. E ancora non abbiamo provato Natale e Capodanno sulla spiaggia...

sabato 4 dicembre 2010

Heading South

Non c’è niente di meglio che prendere la macchina e partire, con pochi bagagli, nessuna prenotazione e tanti chilometri da percorrere in buona compagnia. Questo è stato il programma dello scorso fine settimana. L’obiettivo: esplorare una piccola parte dello sterminato Sud di Western Australia, passando dalla la regione vinicola di Margaret River, amatissima dagli australiani, e da tanti altri luoghi meravigliosi. Il risultato: 1250km percorsi in poco più di tre giorni.


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La prima tappa del viaggio è stata Margaret River, a circa 270km da Perth, dove ci siamo fermati a dormire venerdì sera. Avevamo sentito parlare tantissimo di questa zona, famosa soprattutto per i vini e per il surf ma, forse a causa del nostro snobismo europeo (e con i paesaggi toscani ancora negli occhi da giugno), ci aspettavamo una forte delusione. Invece ci siamo dovuti ricredere. Certo, i vigneti di Margaret River non hanno la maestosità di quelli del Chianti, né le colline hanno la stessa dolcezza, ma la zona ha un fascino particolare. Sarà il contrasto fra il mare indomabile e la campagna ordinata, o forse i vicini boschi di eucalipto, o magari l'orgoglio degli australiani per questa regione che offre sole, surf e buona tavola. Insomma, sarà quel che sarà, ma Margaret River ci ha piacevolmente sorpresi. Fra i posti da ricordare ci sono Meelup Beach, Hamelin Bay e Vasse Felix, il ristorante in cui abbiamo pranzato. Vino e cibo erano di buona qualità, in ogni caso ben al di sopra della media dei ristoranti australiani in cui abbiamo mangiato sino a ora. I tavoli, poi, erano apparecchiati in una piacevole terrazza sulle vigne. Purtroppo, causa disorganizzazione italo-spagnola, non abbiamo testimonianze fotografiche della prima giornata, perché la batteria della macchina era scarica. Da mordersi le mani.

Dopo un pernottamento di fortuna in un motel di Augusta (che sembrava il rifugio perfetto per un evaso) e con la batteria della macchina fotografica ricaricata, la domenica mattina ci siamo diretti a Cape Leeuwin, dove si incontrano due oceani.

Faro di Cape Leeuwin


 Uno dei cartelli più famosi di Western Australia...

Poi, allontanandoci dal mare per un po’, abbiamo attraversato la regione dei boschi di eucalipto, passando da Pemberton sino ad arrivare a Walpole, nel cuore della famosa Valley of the Giants. Naturalmente il nome non è stato dato a caso e la varietà di  eucalipto (Eucalyptus jacksonii) presente in questa zona può raggiungere i 60 metri. Passeggiando fra questi alberi altissimi ci si sente molto, molto piccoli.

Foresta di karri vicino a Pemberton

 Foresta di karri vicino a Pemberton

 Il Gloucester Tree (Pemberton) veniva utilizzato per avvistare incendi nel bosco. Si può scalare fino alla cima (circa 60 metri). Sarò salita?

La Top Tree Walk (Walpole), una struttura metallica che permette di passeggiare fra le cime dei "giganti"


Per il pernottamento, questa volta un po' più azzeccato, abbiamo raggiunto Albany, la destinazione più lontana del nostro viaggio. Il lunedì mattina abbiamo avuto tempo di scoprire la costa meridionale di Western Australia, frastagliata e selvaggia, battuta da un mare che incute rispetto. In tutte le spiagge ci sono cartelli che mettono in guardia i bagnanti dalle forti onde e dalle correnti, che possono essere molto pericolose.



The Bridge, formazione rocciosa sulla costa di Albany

The Gap, formazione rocciosa sulla costa di Albany

E infine, prima di ripartire, un ultimo tuffo a Greens Pool, una spiaggia con acqua cristallina e protetta da una serie di rocce che creano una specie di piscina naturale. 




Dopo questo momento di relax, abbiamo iniziato il nostro rientro a Perth, per una lunghissima strada di campagna in cui quasi non passavano macchine. Fra chiacchiere e risate, abbiamo percorso gli ultimi 450km di strada senza quasi accorgercene. 

E per concludere, la nota curiosa del fine settimana. Sarà stato un turista italiano burlone a suggerire l'ortografia di questo piatto del menù?

venerdì 26 novembre 2010

Let's talk about Perth!

È da più di un mese che sono a Perth, e ho parlato di tutto, tranne che della città.

Non che ci sia molto da dire: è la classica città moderna, con il suo Central Business District - una manciata di grattacieli che si affacciano su un’unica strada - un paio di vie commerciali, un bel parco in collina e un fiume talmente ampio da sembrare il mare. 

 Vista del centro da King's Park 

 Vista dello Swan River da King's Park

Un po' di relax, sempre a King's Park

Ovviamente manca un centro storico come si intende in Europa e se c'è un edificio dell'Ottocento, si può star sicuri che ce lo fanno presente con una bella targa. 

 I monumenti, poi, sono dedicati a personaggi un po' speciali...


Il resto sono distese di villette, strade e spazi verdi disposti in modo talmente ordinato e perfetto da farti pensare di essere sul set di Desperate Housewives. Infatti, tutte le case sono indipendenti e hanno il loro giardinetto, l’immancabile barbecue e un bel Suv tirato a lucido sull'uscio. Gli australiani escono dall’ufficio prestissimo e io me li immagino correre a casa, inforcare i pantaloncini corti e mettersi a imbiancare la staccionata del giardino sorseggiando una birra.

Insomma, Perth è una città gradevole e comoda, soprattutto per famiglie con bambini piccoli. Per quanto mi riguarda, credo che il maggiore vantaggio sia la vicinanza al mare. Poter raggiungere la spiaggia in mezzora con i mezzi pubblici non è un privilegio da poco. Inoltre, sto riscoprendo i vantaggi di vivere in una città piccola: dopo aver abitato a Parigi, Madrid e Londra certe comodità si dimenticano.


City Beach, a 7km da casa! I miei primi passi nell'Oceano Indiano...

Eppure, non credo che resisterei qui per molto tempo. L’ho capito un paio di mercoledì fa, quando siamo andati al cinema. Avevamo scelto una sala a Northbridge, un quartiere considerato fra i più mondani di Perth, soprattutto per la grande quantità di bar, ristoranti e discoteche. Una volta arrivati, abbiamo comprato i biglietti per lo spettacolo delle nove e ce ne siamo andati a mangiare qualcosa, visto che eravamo in anticipo. Una cosa tira  l’altra e siamo ancora al ristorante quando ci accorgiamo che sono le nove. Paghiamo in fretta e furia e ci precipitiamo al cinema, che peraltro si trova a due passi. Ma ci attende una sorpresa: il cinema è chiuso, con tanto di saracinesca abbassata! Per fortuna vediamo qualcuno dentro, ci sbracciamo, facciamo capire che abbiamo già i biglietti e alla fine ci lasciano entrare. Per la prima volta nella nostra vita, vediamo un film in una sala completamente vuota, in un cinema (multisala) completamente vuoto. Per carità, un' esperienza affascinante, ma quando mai si è visto un mortorio così?

Comunque, Subiaco, il quartiere dove abitiamo, è abbastanza privilegiato, perchè oltre alle deliziose villette di cui sopra, ci sono anche un paio di strade con negozi, supermercati, bar, e ristoranti. Insomma, rispetto alla media della città, si può definire una zona vivace. A due passi da casa, poi, c'è lo stadio dove fra qualche settimana andremo a sentire gli U2… oh yes!

Ecco qualche foto del quartiere e della nostra casa...








Un'ultima curiosità: se in Europa sul balcone ci trovi i piccioni, qui gli inquilini sono un po' più esotici...


 
Fra meno di un'ora si parte per Margaret River, una zona rinomata per i vini e per il surf...and let the week-end begin!


venerdì 19 novembre 2010

Travelling to the moon!

E ancora una volta, un po’ in ritardo, un racconto di un fine settimana e di un piccolo viaggio on the road.

Sabato scorso, con la nostra utilitaria a noleggio, abbiamo imboccato la strada costiera che da Perth va verso nord, la Great Indian Ocean Road. La nostra meta principale era il Deserto dei Pinnacoli, a circa 250 km da Perth.

Come dice il nome, questo deserto è famoso per delle formazioni rocciose calcaree che possono raggiungere anche i 4 metri di altezza e hanno generalmente una forma appuntita. Nonostante il loro aspetto misterioso, la loro origine è naturale. Infatti, si dice che si siano formate migliaia di anni fa dalla deposizione di conchiglie sul fondale marino e che, dopo l'emersione, siano state erose dagli agenti atmosferici sino ad assumere la curiosa forma che hanno oggi. 

I colori della roccia e della sabbia fanno sì che il momento migliore per visitare il deserto sia al tramonto, quando il paesaggio si tinge di rosso. E noi, come da manuale, ci siamo presentati all'entrata del parco giusto in tempo per vedere il calare del sole. In buono stile australiano, il parco è percorso da una pista delimitata da dei ciottoli che ti consente di fare l'itinerario in macchina. Naturalmente, però, vale la pena scendere e camminare fra le rocce per calarsi nell'atmosfera magica del posto. Una delle definizioni più comuni è "paesaggio lunare", ma la prima impressione che ho avuto è stata quella di trovarmi in un luogo sacro, una sorta di cimitero preistorico. Se esistessero le streghe, sono sicura che sceglierebbero il Deserto dei Pinnacoli per i loro sabba.
 





Dopo il tramonto ci siamo fermati in un villaggio di pescatori a pochi chilometri dal deserto. Poche anime e tanti gamberi, ma soprattutto una noia mortale. Meno male che dopo aver cenato in quella che si potrebbe chiamare la Casa del Popolo del posto, abbiamo scoperto un passatempo molto divertente.


Naturalmente Pablo era molto più bravo di me, anche se bisogna dire che la mia prima e unica vittoria è stata sullo scontro finale, cioè quello più importante. Ho vinto l’ultima partita solo perché abbiamo tirato metà delle freccette con la mano destra e metà con la mano sinistra e Pablo con la sinistra era proprio imbranato.

La domenica mattina, invece, ci siamo diretti verso un altro paesino della costa, Jurien Bay, famoso per le barche che ti portano a nuotare con i leoni marini. Ci avevano detto che questi animali interagiscono tantissimo con le persone ed eravamo curiosi di vivere in prima persona questa esperienza. La barca ci ha portato in prossimità di un isolotto e, quasi immediatamente, abbiamo avvistato diversi leoni marini spaparanzati sulla spiaggia. 


Poi, una volta in acqua, siamo stati raggiunti in pochi minuti da una decina di esemplari, tutti molto vivaci e soprattutto incuriositi dalla nostra presenza. Questa è la foto migliore che sono riuscita a scattare a Pablo. Non si vede molto, perché la macchina fotografica era una usa e getta e l’immagine è scannerizzata, ma rende comunque l'idea.

 
 Purtroppo, però, dopo un po' che nuotavo, mi è preso un gran mal di stomaco e sono dovuta uscire dall’acqua, molto delusa. Mentre gli altri continuavano a giocare con i leoni marini, io ho cercato di fare qualche foto dalla barca.


Anche se io non mi sono goduta l'esperienza al cento per cento, qualcun altro se l'è proprio spassata.

 
Un'ultima nota curiosa del fine settimana, questa volta però dal punto di vista botanico. Ecco alcune delle piante più belle e strane che abbiamo visto dalla macchina.



Questo week-end rimaniamo a Perth, ma sono sicura che avrò comunque qualcosa da raccontare. Molto presto.